Bologna sperimenta semafori intelligenti
Il Comune di Bologna ha avviato un progetto pilota per installare semafori intelligenti in grado di adattarsi al flusso del traffico in tempo reale, migliorando la viabilità urbana.
Pubblicato il 12 June 2025, 20:07
Di Di Chiara Mancini

Il Comune di Bologna ha avviato un progetto sperimentale per installare semafori intelligenti in alcune delle sue principali arterie urbane. L'iniziativa, coordinata con l'Università di Bologna e l’azienda tecnologica Italtraffic, mira a ottimizzare i flussi di traffico grazie a sistemi in grado di adattarsi in tempo reale alla circolazione.
I semafori sono dotati di sensori radar e telecamere connesse a una rete centralizzata che analizza i dati sul traffico, i flussi pedonali e le condizioni meteo. Grazie a un algoritmo predittivo, il sistema può modificare la durata dei segnali per evitare congestioni e migliorare la sicurezza.
Le prime installazioni sono state effettuate in zona San Donato e lungo viale Carducci, due aree soggette a frequenti rallentamenti. Già dopo le prime settimane, i tempi medi di attesa agli incroci sono diminuiti del 25%, secondo i dati forniti dall’ufficio mobilità del Comune.
Un altro aspetto innovativo è l’interazione con i mezzi pubblici. I semafori possono riconoscere l’arrivo di un autobus e dare priorità al suo passaggio, contribuendo a migliorare la puntualità del trasporto urbano e incentivandone l’utilizzo.
Il progetto prevede anche una fase di raccolta dati aperta alla cittadinanza. Gli utenti possono segnalare anomalie o suggerimenti tramite un'app gratuita che permette di monitorare in tempo reale lo stato dei semafori intelligenti.
Secondo l’assessore alla mobilità, il sistema rappresenta un passo importante verso una città più “smart” e sostenibile. “Abbiamo bisogno di tecnologie che ci aiutino a gestire meglio lo spazio urbano e ridurre l’impatto ambientale del traffico.”
Se la fase pilota continuerà a produrre risultati positivi, l’amministrazione intende estendere l’adozione dei semafori intelligenti a tutta la città entro il 2026. Bologna si candiderebbe così a diventare uno dei primi centri italiani a utilizzare in modo diffuso questa tecnologia avanzata.